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Cenni Storici - Vallo dall'antichità a oggi

Alcuni storici fanno derivare il nome Vallo dal latino “Vallum”, terrapieno, campo trincerato o fortificato, e, al tempo dei Romani, era presumibilmente posto a protezione sulla strada romana che giungeva dalla Val di Susa, attraverso Brione, La Cassa e Baratonia per poi attraversare la Stura nei pressi di Cafasse e anche sulla via che risaliva la montagna per scendere nella Valle di Viù.
Altri studiosi motivano l’origine del nome con l’aspetto morfologico del territorio, costituito dalle montagne, baluardi naturali, che sembrano quasi dover proteggere l’abitato e quindi deriverebbe dal latino “Vallis”, vallata contornata da una corona di montagne.
Mentre l’aggiunta “Torinese” è stata deliberata dal Consiglio Comunale nel 1862, a causa della comunanza del nome Vallo con altri comuni del Regno d’Italia, cosa che creava confusione e disservizi.

La storia di Vallo è indissolubilmente legata a quella di Baratonia ben più nota e famosa e ora frazione di Varisella.
Non esistono notizie certe sull’epoca di fondazione anche se, il ritrovamento di alcuni reperti archeologici in località Gaiera induce a ritenere che, sul territorio di Vallo, esistesse, già in epoca gallo-romana, uno stanziamento di popolazioni celtiche e, al momento della colonizzazione romana, nel I sec. d.C., vi fosse un piccolo villaggio fortificato o “castrum” posto a protezione della strada romana, che giungeva dalla Val di Susa, per poi attraversare la Stura nei pressi di Cafasse o risalire la montagna per scendere nella Valle di Viù attraverso il Passo della Croce.
Alcuni storici fanno risalire la prima notizia storica su Vallo al 998, quando Ottone III di Sassonia, Imperatore del Sacro Romano Impero, riconferma il feudo di “Valle Ursam” (parrebbe trattarsi del nostro Vallo), insieme ad altri della zona, all’abate del monastero di San Pietro di Breme, quale erede dell’Abbazia della Novalesa.
Più certo il riferimento in un documento arbitrale del 1285, rogato Rocha, su di una controversia tra le comunità di Vallo e Fiano, in cui si legge che detta controversia risalirebbe a circa 500 anni prima.

Nel 1306 i Visconti di Baratonia (le cui origini risalgono al Sacro Romano Impero donde il loro emblema: aquila d'oro in campo azzurro) cedono le loro ragioni di Vallo al principe d'Acaia il che crea dissidi poi composti nel 1313.

Nel 1395 Vallo unitamente ai feudi di Fiano, Monasterolo, Ala di Stura e Altessano Superiore (ora Venaria Reale) rende omaggio al sovrano nelle persone di Aimerotto, Aresmino, Antonio, Enrico e Giovanni, figli del fu Guglielmo Harcourt . Nel 1408 di metà Vallo viene investito Aresmino mentre la chiesa parrocchiale di San Secondo e quella di Baratonia sono rette dallo stesso priore.

Il 3 aprile 1465 Eleonora di Baratonia, ultima discendente ed erede della famiglia, sposa Guglielmo Harcourt: matrimonio che unificò così i due feudi e gli Harcourt assunsero il predicato di Visconti di Vallo avendo come proprio emblema l'arco incoccato e teso su sfondo rosso. La investitura del feudo di Vallo agli Harcourt viene in seguito confermata dai duchi di Savoia nel 1472, 1491, 1498, 1499 e 1513 anno in cui Guglielmo e Tommaso Harcourt giurano fedeltà al re.

Nel 1544 il visconte stabilisce che ogni abitante di Vallo deve ogni anno una decima di 11 scudi e che presti una roila (prestazione gratuita di una giornata lavorativa) mentre da altre tasse ricaverà 18 Fiorini. Alla morte di Giuseppe Antonio Ignazio Harcourt, che era succeduto nel 1474 alla linea di Pietro Filiberto, i suoi eredi si stabiliscono in Torino, mantenendo il titolo di Visconti di Vallo.

Nei secoli XVIII e XIX la attività principale di Vallo fu l'agricoltura, l'allevamento e il commercio di bestiame. All'avvento del Regno d'Italia il comune di Vallo contava 500 abitanti.

Nei primi anni del XX secolo Vallo vede moltissimi giovani emigrare in cerca di fortuna, particolarmente verso gli stati uniti e la Francia, ove ancora oggi è possibile trovare cognomi che sono caratteristici di Vallo (Airaudi, Bergero, Bussone, Caglio, Guglielmotto, Spagnotto, ecc...).


Nel 1927 il fascismo varò l'accorpamento dei piccoli comuni e così Vallo (assieme a Varisella) diventò frazione del comune di Fiano (Regio decreto 11.11.1927): l'ultimo consiglio comunale di Vallo era all'epoca così composto:

 

  • Spagnotto Giacomo (sindaco)
  • Guglielmotto Giuseppe
  • Casale Domenico
  • Caglio Domenico
  • Bussone Antonio
  • Bergero Luigi
  • Airaudi Ambrogio
  • Bussone Simone
  • Colombatto Michele
  • Antonietti Giuseppe
  • Micheletti Ignazio
  • Mussino Andrea
  • Bergero Domenico
  • Bussone Michele
  • Bussone Michele

     

    L'esperienza dell'accorpamento non soddisfò evidentemente gli abitanti di Vallo tant'è che nel dopoguerra tutti i rappresentanti di Vallo in seno al consiglio comunale di Fiano si adoperarono per riavere l'autonomia amministrativa che giunse con decreto del Presidente della Repubblica n. 280 del 22.3.1954 quando a rappresentare Vallo (1951) erano stati eletti:

     

  • Airaudi Stefano
  • Bussone Pietro
  • Caglio Giovanni
  • Colombatto Secondo
  • Spagnotto Defendente